Introduzione e cenni storici

Introduzione

Tratto dal Corso di lingua Swahili, di Gianluigi Martini, Hoepli 2016, pag. 9

La lingua swahili è classificata fra le dodici lingue più importanti del mondo: è parlata sulla costa orientale dell’Africa, dalla Somalia fino al Mozambico ed è largamente usata nell’interno fino al Congo, dove fu portata dalle carovane che partivano da Zanzibar. Il dialetto più conosciuto è infatti quello di Zanzibar, il Kiunguja, che è stato perciò riconosciuto e adottato come lingua ufficiale in Kenya, Tanzania e Uganda. Nella Tanzania e in Kenya è anche lingua nazionale.

In origine il kiswahili era un bantu ibrido adottato dai mercanti Arabi e Persiani nelle loro comunicazioni con gli indigeni della costa. Mentre ricavò dall’arabo una parte significativa dei suoi vocaboli (circa il 27% sono prestiti arabi), il kiswahili ritenne delle lingue bantu il sistema grammaticale, basato sulla concordanza di aggettivi, pronomi e verbi coi sostantivi a cui si riferiscono, fatta per mezzo di affissi (prefissi, infissi e suffissi) che variano a seconda della classe di appartenenza del sostantivo.

Mentre in italiano la concordanza si forma cambiando le desinenze di nomi, aggettivi, verbi ecc. a seconda del genere e del numero, in kiswahili si cambia perlopiù la prima parte delle parole, ossia i prefissi, lasciando quasi sempre immutata la seconda parte della parola che è la radice. Per esempio:

in italiano:

Un bambino buono porta il suo libro.

Tre bambini buoni portano i loro libri.

in kiswahili:

Mtoto mwema mmoja analeta kitabu chake.

Watoto wema watatu wanaleta vitabu vyao.

È perciò evidente la necessità e l’importanza per chi studia la lingua di conoscere bene la classificazione dei nomi, i loro prefissi e infissi, e il loro uso.

Nelle Tavole delle Concordanze è concentrato l’essenziale della grammatica swahili.

La grafia usata è quella fissata nel 1934 dall’Interterritorial Language Committee, ora Institute of Kiswahili Research, dell’Università di Dar es Salaam; tale grafia è ormai in uso universale sia nelle scuole che nelle pubblicazioni stampate di cui il kiswahili ha già un ricco patrimonio.

Questa grammatica è stata compilata per tutti gli italiani interessati allo studio, al servizio civile o religioso, al commercio, al lavoro e al turismo in Africa. Motivo per cui ho cercato di rendere facile lo studio della lingua evitando, per quanto possibile, la terminologia linguistica specifica.
Anziché seguire il sistema generalmente usato nelle grammatiche delle lingue bantu di distinguere le diverse classi di nomi per mezzo di numeri (metodo Meinhof), che dicono nulla alla memoria, ho contraddistinto ogni classe per mezzo del prefisso di concordanza, accompagnato spesso da un nome tipico.

Cenni storici

Tratto dal Corso di lingua Swahili, di Gianluigi Martini, Hoepli 2016, pag. 10

La lingua swahili (o kiswahili), che verosimilmente era parlata lungo la costa orientale africana da circa 15 secoli, è andata acquistando sempre maggior importanza nei tempi recenti.
Durante il periodo coloniale la lingua fu studiata, ne fu unificata l’ortografia, arricchito il vocabolario e il potere di espressione per far fronte alle necessità dei tempi moderni. Fu curata la raccolta del suo patrimonio letterario consistente in preziose composizioni antiche, furono incoraggiate le composizioni nuove, pubblicati libri di lettura e testi scolastici per lo studio delle scienze, fu introdotta nella liturgia delle varie confessioni religiose, ne fu intensificato l’impiego come mezzo di comunicazione fra le tribù. Il kiswahili ha ormai il suo posto assicurato fra le maggiori lingue dell’Africa moderna. Raggiunta l’indipendenza politica, i popoli dell’are swahili hanno preso sempre più coscienza del valore del loro idioma come lingua di cultura africana e come elemento unificatore.
Oltre a essere la lingua più parlata nell’Africa a sud del Sahara, il kiswahili ha il vantaggio di non essere la lingua esclusiva di una tribù, per quanto importante, ma di aver valicato i confini tribali. Da valutazioni recenti si ritiene che attualmente il kiswahili sia conosciuto da 90 milioni di persone.
Nelle repubbliche del Tanzania e del Kenya esso è stato dichiarato lingua nazionale. Un’assemblea di esponenti delle varie organizzazioni politiche zairesi ha dichiarato il kiswahili “lingua franca” per tutti i popoli del Congo. Anzi, nel Congresso internazionale degli Scrittori e Artisti Africani a Roma nel 1959, il kiswahili fu una delle lingue trovate più adatte a diventare l’unica lingua africana. Come tale è stata riconosciuta dall’UNESCO per tutta l’Africa a sud del Sahara. Verso la fine degli anni Sessanta fu scelto come lingua ufficiale dell’Afro-America, ed è attualmente studiata, come lingua straniera moderna, in molte università, specialmente dalla popolazione afro-americana.
Il kiswahili classico e più puro è quello parlato nell’isola di Zanzibar e lungo la vicina fascia costiera. La parlata è meno pura mano a mano che ci si allontana nell’interno del continente e verso nord o verso sud.
Lo sviluppo della lingua e l’intensificarsi delle relazioni commerciali, culturale e tecniche tra i paesi africani e l’Italia e gli altri paesi europei ed extraeuropei, hanno suscitato negli ultimi decenni un vivo interesse per lo studio del kiswahili.

Il kiswahili lingua ufficiale dell'Africa?

L’incontro dei capi dei paesi africani che si è tenuto a Durban all’inizio di luglio 2002, ha decretato la nascita dell’UA (Unione Africana). In tale occasione è stata approvata a maggioranza dai leader africani la mozione che prevede l’introduzione della lingua kiswahili come lingua ufficiale dell’Unione.

Parlate swahili

I principali dialetti o parlate swahili sono:
– nel Nord: Kiamu (isola di Lamu); Kimvita (Mombasa); Kipate (isola di Pate);
nel Sud: Kiunguja (Zanzibar); Kipemba (isola di Pemba);
nel Congo sud-orientale: Kingwana.